Parleremo oggi di Cuore, cercheremo di illustrare in forma semplice i concetti di cardiologia ed emodinamica.
Il corpo umano e animale, per vivere, necessita di ossigeno e nutrimento, in ogni sua parte; se qualche parte rimane fuori dal ricevimento di ossigeno e nutrimento, muore; va in necrosi.
Il flusso di ossigeno e elementi nutritivi, è assicurato dalla circolazione sanguigna, mediante 2 torrenti di circolazione;
1. Mandata
2. Ritorno
Tali torrenti circolatori, fanno capo a 2 polpe, che sono riunite in un unico organo: il Cuore.
La vita è assicurata, dal sistema di pompa e di “tubi” di mandata e ritorno del sangue denominati vasi e più specificatamente:
3. Arterie, che mandano sangue
4. Vene che recuperano sangue
Questi tubi/vasi, sono connessi con le 2 pompe cardiache, il flusso, nella sua circolazione, è definito Emodinamica.
I Vasi del torrente circolatorio partono dal Cuore e arrivano agli organi, riducendosi di calibro; la Aorta ha un diametro di circa 3 cm, e i vasi ad essa dipendenti, si riducono di calibro, fino a divenire piccolissimi o microcircolo:
il microcircolo è la parte del distretto vascolare dove avvengono gli scambi tra mandata o arterie e ritorno, o vene. Le dimensioni delle piccole arterie (diametro compreso fra 100 e 300 μm), le arteriole (diametro <100 μm) e la rete capillare (diametro ~7 μm)1.
Consideriamo i vasi del microcircolo arterioso, che per effetto della spinta cardiaca e dell’onda sfigmica, rilasciano ossigeno e sostanze nel lago extracellulare, da dove la cellula, mediante la dinamica della membrana cellulare, assorbe ed espelle ciò che le serve, per le esigenze.
Dallo stesso lago extracellulare, pescano i vasi del microcircolo venoso, che a ritroso, si ingrandiscono, fino ad arrivare al cuore: vena cava superiore e vena cava inferiore. Tale circolo di ritorno, trasporta sangue carico di anidride carbonica, o rifiuto di combustione cellulare.
L’emodinamica è molto delicata e risente di rigidità arteriosa con aumenti di pressione, per effetto di molteplici fattori; fumo, stress, alterazioni ormonali, alimentazione. Una rigidità del letto vascolare arterioso, impegna la pompa cardiaca maggiormente, e la può usurare.
Il ritorno venoso, invece, può essere alterato, dalla rigidità dei vasi, ma anche da inattività fisica, sedentarietà, e fattori che aumentano la viscosità del sangue.
Consideriamo il piede, nella sua componente plantare, come un grande alleato del cuore, nel ritorno venoso, quindi scarpe non giuste, poco movimento, non favoriscono il ritorno e lo scambio da sangue sporco a sangue pulito.v
Il Cuore
Organo a 4 cavità, 2 a dx e 2 sx. in alto abbiamo gli atri, e sotto i ventricoli. I ventricoli pompano e gli atri ricevono.
Il ventricolo Sx si riempie a caduta per aperture della valvola mitrale, che separa ventricolo da atrio. La contrazione del ventricolo Sx pompa nella Aorta, il sangue arterioso o ossigenato.
Il sangue con la spinta di pompa Sx parte nelle arterie, e arriva ai capillari che sfioccano negli spazi intercellulari, nutrono la cellula, che espelle lo scarto, che viene pescato dai capillari venosi, e riportato al cuore DX, nell’atrio DX che quando è piano, lascia aprire la valvola tricuspide, e per caduta il sangue passa nel ventricolo DX, che quando è pieno, si contrare e spinge il sangue non ossigenato, nei polmoni tramite le arteria polmonari.
Nei Polmoni, dentro gli alveoli polmonari, il sangue viene filtrato e ossigenato mediante la inspirazione, poi ripulito da CO2 mediante la espirazione. Dai polmoni, partono le vene polmonari, che portano sangue ossigenato nel cuore SX dentro atrio SX, e riparte il ciclo.
Quanto appena detto, è la base per la vita, che ogni istruttore deve conoscere. I meccanismi che regolano l’emodinamica, sono complessi, ogni elemento di disturbo, tra mandata e ritorno, determina edemi e scompensi.
È chiaro ed intuitivo, che un cuore giovane, sopporta tanto, rispetto ad un cuore vecchio. Sapere questo, fa regolare meglio le attività insegnate, sui soggetti, in base all’età e alla condizione fisica.
Sappiamo che in soggetti sani il cuore, fino a metà della vita, si ferma dopo il cedimento muscolare; ovvero non si ferma, perché se corro a perdifiato, e mi fermo perché i muscoli non ne hanno più; il cuore recupera.
Passando la metà della propria vita media, il problema si presenta anno dopo anno:
il cuore è più debole dei muscoli, e se posso salire e scendere le scale conto volte, perché ho buone gambi, non è detto che il cuore mi segua.
Questo mi deve far riflettere, perché se ho un buon sessantenne, che si presenta bene, non ha problemi di fiato, e lo metto a sforzo, se oltrepasso il limite lui muscolarmente non si ferma, ma il cuore si!
Nella speranza di essere stato chiaro, e mi piacerebbe saperlo, concludo e preparo qualche cosa sulla cellula, al fine di dare nozioni spendibili per praticanti e istruttori.
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Redatto e scritto da Giuliano Tomasotti - Fisioterapista
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